All’ombra delle immense e minacciose scogliere, cavalca Aymar di Bois Maury… Il cavaliere senza terra asfida la tempesta per recarsi al castello di messer Landri, dietro le cui mura vive un mondo dimenticato in cui le paure più ancestrali minacciano costantemente quella strana comunità.
Emersa dal nulla, si dice, dovrà apparire la massa selvaggia e incontrollata di un cavallo bianco la cui fronte è segnata dal simbolo di un antico talismano. Colui che partirà alla sua ricerca scoprirà il territorio dove antichi dei hanno trovato rifugio…
Hermann, dopo essersi inventato uno stile di disegno fatto di potenza ed eleganza attraverso diverse serie come Bernard Prince, Jeremiah e Nic, impone una visione della storia epica irradiata di colori sontuosi e fiammeggianti.
Canzone di gesta, Odissea barocca di un mondo in divenire, esce “Sigurd”, il sesto libro della serie Le Torri di Bois-Maury, ed è la conferma del talento di questo maestro del fumetto, se mai di conferme ancora avessimo avuto bisogno.
Abbandonate le brumose terre del Nord, marciando a piedi nudi, i pellegrini protetti da Aymard de Bois Maury si dirigono verso la Terra Santa, alla ricerca di Dio.
Un percorso, però, che li porterà direttamente di fronte al diavolo, laddove il diavolo può assumere fattezze umane ed essere orgoglioso e debole, codardo e vanitoso, assassino e spergiuro, traditore dell’onore dei cavalieri. Laddove il diavolo può avere un nome: William.
Di nuovo Hermann e la sua chanson de geste, così epica e così moderna, nel settimo capitolo della saga di “Le Torri di Bois-Maury”; di nuovo il suo stile dai colori inconfondibili e dai tratteggi personalissimi, in questo episodio dal titolo “William”, che si aggiunge ad arricchire una serie di grande ed ininterrotto successo da più di dieci anni.
Nel cuore dell’Anatolia, Aymar, William e Hendrick proseguono la loro crociata scortando un gruppo di pellegrini verso la Terra Santa, affrontando il deserto turco guidati da un bizantino di nome Milziade. In una zona non lontana, un gruppo di selgiuchidi viene intanto decimata e solo uno si salva: il suo nome è Sandjar e reca con sé un dispaccio che deve sigillare un’alleanza fra arabi e bizantini. Questi, inseguito da alcuni cavalieri francesi, viene catturato da Aymar e i suoi compagni mentre sta tentando di rubare loro un cavallo…
Tutto il volume ruota intorno alla misteriosa personalità di questo selgiuchida così orgoglioso e fiero da arrivare a preferire la morte piuttosto che la resa. Fra tutti gli episodi della saga delle Torri di Bois Maury questo si annovera fra i più riusciti, per l’intreccio e per il disegno (laddove sembra che i colori e le atmosfere del deserto anatolico abbiano particolarmente ispirato Hermann) ma soprattutto per la spiccata grafica caricaturale che pervade ogni sequenza.
Un classico da scoprire, o semplicemente, assolutamente da leggere.
Questa saga si sviluppa all’inizio del dodicesimo secolo, ma non è “precisamente” storica e con personaggi “reali”. Hermann vuole mostrare la sua visione del Medio Evo, un’epoca dura, dove la vio¬lenza è onnipresente e la natura ostile, siamo lontani quindi dal “cavalier servente” e dalla principessa “cortese”.
Questa serie si completa in 10 titoli, ogni volume prende il titolo dal nome di uno dei personaggi che il cavaliere Aymar di Bois-Maury incrocia nel corso della storia. In questo caso si tratta di Khaled.
Il sole, la sete e la fame stanno debilitando la resistenza di tutti, nel castello di Bernard de Mance assediato da mesi. In segreto Aymar decide di portare soccorse a quei valorosi soldati. Ma all’om¬bra dei minareti si tramano strane alleanze e sottili tradimenti…
Decimo ed ultimo albo della saga. Aymar di Bois-Maury, che sogna sempre di riconquistare le sue terre, ho trovato finalmente fortuna e amore.
Ed aspetta un erede. Ma la moglie viene rapita dagli usurpatori dei suoi beni e Olivier, il fido scudiero, è roso dalla gelosia ed è tentato dal tradimento. È a Oliver che l'autore dedica questo ultimo tomo, dimostrando ancora una volta la sua simpatia per le persone più umili.
Un ambiente di intrighi e complotti in uno sfondo au¬tun¬nale. Hermann chiu¬de questo primo ciclo in modo superbo, riservandosi di sorprenderci, come poi ha fatto, nel ciclo seguente Bois- Maury, del quale sono già usciti due volumi, Assunta e Rodrigo, e in attesa del terzo, in preparazione.