'C'è un male di cui solo gli uomini soffrono… si chiama nostalgia' Se in Francia questa serie è considerata un caposaldo del fumetto nazionale, un motivo ci sarà. Sono passati quasi vent'anni dalla sua prima apparizione, eppure conserva una freschezza e una verve straordinarie. Velissa ha un volto dolce di adolescente inquieta, ancora in bilico fra l'innocenza dell'infanzia e la consapevolezza di poter ferire con un sorriso. Il suo sguardo incorniciato da una massa di capelli rossi ribelli è una sfida continua verso il mondo e una insistente richiesta di attenzioni. Il suo corpo è un invito in paradiso e un deterrente da atti ostili. Un'eroina in piena regola ma con una marcia in più: la fragilità. Vera o presunta, sta al lettore deciderlo. Le spruzzate di allegria e comicità, i disegni cartooneschi – ancora oggi così terribilmente moderni e ai quali molti autori affermati della nuova leva sono debitori – caratterizzano anche questo quarto volume di Velissa, 'L'uovo delle tenebre', e non fanno altro che rafforzare il piacere della lettura, che si completa in un intelligente contrasto con la profondità dei dialoghi.
Si torna indietro, la nuova saga di 'Alla ricerca dell'augello del tempo' è dedicata al racconto della giovinezza di Bragon e della principessa Mara. Bragon è poco più di un ragazzo, sogna l'avventura ma intanto è costretto alle misere faccende della coltivazione della terra e del governo del bestiame. Un giorno però decide di non resistere più alla sirena che gli canta nel cuore e parte alla ricerca di un futuro diverso. Troverà un amico, Javin, e una ragazza da amare, la principessa Mara. Ma troverà anche innumerevoli pericoli e dovrà corazzarsi parecchio per uscirne indenne, almeno nel fisico.Con il duo Le Tendre e Loisel sempre al timone, imbarcato un nuovo disegnatore dallo stile preciso e accattivante, questa seconda saga è destinata a replicare il formidabile successo della prima.
Si esce dalla lettura di questo libro contenti di avere ritrovato i personaggi della bella e lunga serie de Alla ricerca dell'augello del tempo (siamo al 6 volume e il 7 è in preparazione) alla quale da oltre venti anni siamo affezionati. Il primo albo, La conchiglia di Ramor, appare in Francia nel 1983 ed è subito un grande successo, con Velissa che conquista un
ruolo di primo piano nel panorama fumettistico d'oltralpe. L'attesa per ogni nuova uscita (parsimoniosa) era grande ma il successo è sempre stato confermato sia in Francia che in Italia. In questo nuovo e atteso volume a poco a poco riappaiono tutti i personaggi, a cominciare da Mara, Bragon, Bodias… E su tutto l'album c'è l'ombra del Rige: i personaggi ne parlano come di un mito e attendono la sua venuta, ma bisogna ancora pazientare. Sale la tensione, diretta alla perfezione da una sceneggiatura di rara efficacia nella quale ritroviamo tutto quello che fa di questa serie un capolavoro sempre attuale. Loisel e Le Tendre non hanno perso nulla della loro giovinezza e, anzi, ci fanno ritrovare la nostra. Sono grandi autori che semplicemente raccontano una grande storia.
Sulle terre di Akbar molte morti sospette di figli di principi stregoni colpiscono la "relativa" calma del posto. Un dettaglio inquietante è che ogni vittima porta un segno sul suo corpo: è forse la misteriosa setta dell'ordine del marchio la responsabile di quei delitti? Il padre di Mara vuole fermare questa cospirazione e manda la figlia alla ricerca del libro sacro degli dei, il solo che potrebbe salvare tutti. Mara parte ed arriva a Vaguemare, dove assiste a un combattimento di Bragon che non l'aveva mai dimenticata. Bragon vuole arrivare ad essere degno di lei e pensa di poterlo fare solo affrontando il Rige…
Potrebbe risultare difficile credere fino in fondo che ARETHEL racconti una storia vera, ma la particolarità di questo fumetto risiede proprio nella strana alchimia dei suoi elementi narrativi: due amici adolescenti, la cocaina e l'alcolismo, sette creature dei boschi dal carattere terribilmente umano, il viaggio per il recupero del senso della vita sfidando sette popoli, pericolosi non tanto per la loro malvagità quanto per l'assurdità dei loro comportamenti.
Fumetto apparentemente fantasy, di tale tipologia conserva solo pochi elementi essenziali come la struttura del cammino, che altro non è che ricerca interiore, o l'ambientazione fra boschi e luoghi al limite della favola; per il resto, "ARETHEL" presenta tratti
assolutamente originali dove il racconto, che si sviluppa fra il mondo fantastico e le incursioni nella vita reale dei protagonisti, viene interpretato dallo stile inconfondibile della matita di Andrea Domestici.
Primo dei tre libri che compongono l'intera saga, ed unico fra i
tre – per logica narrativa – ad essere interamente disegnato a matita, "Arethel cap. 1" introduce e prepara il lettore ad una avventura ricca di colpi di scena, in una alternanza di momenti drammatici, momenti di vero e proprio musical disegnato, sequenze
umoristiche ed altre particolarmente commoventi.
Un pezzo di specchio, una goccia d'acqua, il rovescio di una medaglia per avvicinarsi a Maahlox, sbaragliando i suoi pittoreschi eserciti fatti da ricconi biondi con la cravatta e il colletto della camicia alto, panciuti onnivori di ispirazione messicana e bassi e pelosi esseri sempre pronti ad alzare la voce.
Non tradire se stessi, il gusto per la vita, la capacità di vedere la gioia nel dolore da restituire a Manuel, per ricominciare a farlo vivere, per farlo ritornare.
E al fianco di Arethel sempre i buffi principi, che non abbiamo ancora cominciato ad amare che già iniziamo a perdere o forse veramente a trovare.
Superbia, Gola e Ira sono i temi del secondo libro di "Arethel".
Il viaggio questa volta è iniziato sul serio: i sette eserciti dei peccati capitali contro i sette principi dei sensi, e un unico eroe a fare da filo conduttore.
Forse troppo giovane per fare l'eroe.
E il Principe Senza Senso questo lo sa.
Nulla capita per caso, basta tenere alta la soglia dell'attenzione per scoprire che ciò che sembra fondamentale è forse solo un aspetto di qualcosa di più grande che sta accadendo.
Arethel sta portando avanti la sua missione. Iniziata come un'opera buffa e vissuta come un sogno, ora l'avventura diventa più complessa, con molteplici interpretazioni ed implicazioni.
Le atmosfere si fanno meno giocose, gli avversari più pericolosi e molto meno ridicoli. E mentre il Principe Senza Senso alza il tiro degli scontri, Arethel vive anche storie parallele non meno intense e non meno importanti.
'Ciao, M.' è il terzo ed ultimo capitolo della saga 'Arethel', dove tutto confluisce e tutto accade, e dove tutte le domande avranno una risposta tranne una, ma nessuno se ne accorge.
E quando il quesito si porrà di nuovo, non ci sarà più tempo per rispondere. La favola finisce: una favola troppo reale per terminare come una favola bella.
Il porco è in prima fila, in chiesa, proprio davanti alla bara di Manuel, e con la faccia di circostanza abbraccia addolorato amici e parenti. Nessuno gli dice niente, nessuno lo caccia, eppure tutti sanno che se Manuel si è ucciso a 18 anni è per colpa sua, perché lui, in fondo, ce l'ha idealmente spinto fuori quella finestra: lui, lo spacciatore di zona con la faccia da bravo ragazzo.
Martina, 17 anni, era la fidanzata di Manuel, e con Areteo Bazzini erano legati da una amicizia infrangibile, finché il porco non si è catturato Manuel e gli ha succhiato l'anima.
Areteo credeva di avere fatto tutto quanto fosse in suo potere per aiutare l'amico e come in un dejà vû ora guarda il muro della sua stanza e non capisce dove ha sbagliato, e pone domande, e cerca risposte.
Martina non si pone invece alcun interrogativo, non vuole risposte: sa solo che, anche se in ritardo e anche se non riavrà mai più Manuel, il porco, adesso, va eliminato. E ad eliminarlo sarà lei.
Come accadde ad Areteo, questa volta tocca a Martina incontrare i Principi dei Sette Sensi, i Sette Popoli dei Sette Peccati, i Picchiatelli, il Principe Senza Senso; ma a differenza di Areteo, lei non è disposta a credere e vuole correre da sola.