Abbandonate le brumose terre del Nord, marciando a piedi nudi, i pellegrini protetti da Aymard de Bois Maury si dirigono verso la Terra Santa, alla ricerca di Dio.
Un percorso, però, che li porterà direttamente di fronte al diavolo, laddove il diavolo può assumere fattezze umane ed essere orgoglioso e debole, codardo e vanitoso, assassino e spergiuro, traditore dell’onore dei cavalieri. Laddove il diavolo può avere un nome: William.
Di nuovo Hermann e la sua chanson de geste, così epica e così moderna, nel settimo capitolo della saga di “Le Torri di Bois-Maury”; di nuovo il suo stile dai colori inconfondibili e dai tratteggi personalissimi, in questo episodio dal titolo “William”, che si aggiunge ad arricchire una serie di grande ed ininterrotto successo da più di dieci anni.
Nel cuore dell’Anatolia, Aymar, William e Hendrick proseguono la loro crociata scortando un gruppo di pellegrini verso la Terra Santa, affrontando il deserto turco guidati da un bizantino di nome Milziade. In una zona non lontana, un gruppo di selgiuchidi viene intanto decimata e solo uno si salva: il suo nome è Sandjar e reca con sé un dispaccio che deve sigillare un’alleanza fra arabi e bizantini. Questi, inseguito da alcuni cavalieri francesi, viene catturato da Aymar e i suoi compagni mentre sta tentando di rubare loro un cavallo…
Tutto il volume ruota intorno alla misteriosa personalità di questo selgiuchida così orgoglioso e fiero da arrivare a preferire la morte piuttosto che la resa. Fra tutti gli episodi della saga delle Torri di Bois Maury questo si annovera fra i più riusciti, per l’intreccio e per il disegno (laddove sembra che i colori e le atmosfere del deserto anatolico abbiano particolarmente ispirato Hermann) ma soprattutto per la spiccata grafica caricaturale che pervade ogni sequenza.
Un classico da scoprire, o semplicemente, assolutamente da leggere.
Questa saga si sviluppa all’inizio del dodicesimo secolo, ma non è “precisamente” storica e con personaggi “reali”. Hermann vuole mostrare la sua visione del Medio Evo, un’epoca dura, dove la vio¬lenza è onnipresente e la natura ostile, siamo lontani quindi dal “cavalier servente” e dalla principessa “cortese”.
Questa serie si completa in 10 titoli, ogni volume prende il titolo dal nome di uno dei personaggi che il cavaliere Aymar di Bois-Maury incrocia nel corso della storia. In questo caso si tratta di Khaled.
Il sole, la sete e la fame stanno debilitando la resistenza di tutti, nel castello di Bernard de Mance assediato da mesi. In segreto Aymar decide di portare soccorse a quei valorosi soldati. Ma all’om¬bra dei minareti si tramano strane alleanze e sottili tradimenti…
Decimo ed ultimo albo della saga. Aymar di Bois-Maury, che sogna sempre di riconquistare le sue terre, ho trovato finalmente fortuna e amore.
Ed aspetta un erede. Ma la moglie viene rapita dagli usurpatori dei suoi beni e Olivier, il fido scudiero, è roso dalla gelosia ed è tentato dal tradimento. È a Oliver che l'autore dedica questo ultimo tomo, dimostrando ancora una volta la sua simpatia per le persone più umili.
Un ambiente di intrighi e complotti in uno sfondo au¬tun¬nale. Hermann chiu¬de questo primo ciclo in modo superbo, riservandosi di sorprenderci, come poi ha fatto, nel ciclo seguente Bois- Maury, del quale sono già usciti due volumi, Assunta e Rodrigo, e in attesa del terzo, in preparazione.
Una ristampa che colma un vuoto. Quello di una storia che non ci stancheremmo mai di rileggere, la storia di Alcide Nikopol, delle sue strane origini e degli inquietanti personaggi che lo circondano. La mitica trilogia Nikopol, composta da "La fiera degli immortali", "La donna trappola" e "Freddo equatore", pubblicata per la prima volta 20 anni fa ristampata nel 2010 e finalmente di nuovo disponibile.
In un mondo che è futuro, ma anche passato, e che gioca a rimpiattino con le epoche e i loro vizi incancellabili – come le dittature, i soprusi, l'odio dell'uomo contro l'uomo – false divinità venute dal passato (o dal futuro?) cercano di riprendersi il mondo e i suoi abitanti. Se il mondo fosse abitato solo da cinici dittatori, o avidi cortigiani, agli uomini non resterebbe che una vita da schiavi. Invece ci sono uomini come Alcide Nikopol capaci di ingannare gli antichi dei per salvare il mondo e riscattarlo dalla dittatura. Nikopol è un guerriero ma anche un poeta che quando impazzisce comunica soltanto declamando le poesie di Baudelaire. Un uomo pietoso, che si distingue dagli dei per la sua capacità di provare compassione e amore. Nikopol salva il mondo, ma fino a quando? I semi malvagi dell'uomo non smettono mai di germinare e gli individui commettono sempre gli stessi errori. Come la donna trappola, che ripetutamente uccide i suoi amanti e li dimentica. Sono dunque flebili i segnali di speranza che Bilal ci e si concede.
Ma intanto godiamoci il racconto. E facciamone tesoro, come di un avvertimento.
Versiones riunisce gli adattamenti di racconti di grandi scrittori latinoamericani realizzati tra il 1975 e il 1985 da Juan Sasturain, Carlos Trillo e Alberto Breccia.
Un'opera in cui la grande letteratura si trasforma in fumetti pieni di sensibilità e in cui lo stile di Breccia si adatta perfettamente all'atmosfera di ogni racconto.
Raccoglie gli adattamenti dei racconti di Juan Rulfo, Jorge Luis Borges, Alejo Carpentier, Juan Carlos Onetti, Gabriel García Márquez e Horacio Quiroga.
Una meravigliosa storia ambientata nella Parigi occupata del giugno 1944.
Jeanne, una giovane appartenente alla Resistenza e denunciata da una lettera anonima, è arrestata dalla polizia nello stesso giorno in cui lo è anche François, un ladro senza scrupoli e anche un po' cinico.
Grazie a un allarme aereo riescono a scappare dai tetti e, attraverso varie avventure in un grande crescendo la sorte dei due, così diversi, sembra segnata nel bene e nel male fino al finale inatteso. Una storia d'amore tra due persone così distanti tra loro.
Racconto appassionante, ottimi dialoghi, personaggi grondanti di umanità, disegni e colori sontuosi. Questo è Il Volo del Corvo di Gibrat.
Creazione del bravo sceneggiatore Gordon Rennie, questo volume trasporta il lettore in un mondo futuro assai imperfetto, come nella tradizione della migliore letteratura di fantasy eroica.
Colin Wilson è uno dei più bravi disegnatori realisti attualmente al lavoro, e si ispira per i suoi segni al tratto vivace e preciso di maestri quali Hermann Jijè e Giraud, ed è ben noto anche al pubblico italiano che ha potuto apprezzarne le virtù nelle sue partecipazioni alle celebri serie a fumetti di Tex e della giovinezza del Tenente Blueberry.
Rennie inventa qui per Wilson un futuro dove le grandi piogge hanno trasformato New York, e crea il personaggio bello e tormentato di Eva, la quale tenta di sfuggire con tutte le sue forze a questo mondo allagato ed invivibile.
L'albo è reduce da un grosso successo internazionale ed è stato ormai tradotto da tutti i principali editori europei. Wilson si trova infatti perfettamente a suo agio nel disegnare una metropoli divenuta ormai un contorto labirinto di canyon fluviali e di arcipelaghi di grattacieli, dove, grazie al segno del bravo disegnatore di origine neozelandese, mantengono realismo perfino scene fantastiche quale la conquista della cima delle torri gemelle impedita da attacchi di strani draghi volanti.
L'inventiva del segno di Wilson e l'incalzare della trama fanno di questo albo una gradevolissima sorpresa che saprà conquistare tutti gli appassionati di questo filone apocalittico ormai tradizionale nella fantascienza moderna.