Ecco il grande ritorno di Jeremiah, e Hermann, con questo libro, ancora una volta ci mostra in pieno la sua bravura.
Jeremiah e Kurdy sono ostaggi di una famiglia al limite dell’esplosione, unita solo dall’avidità e dalla passione. In questo grande esercizio di stile Hermann dipinge un gruppo di persone in “decomposizione” alla sua maniera: franca, terribilmente efficace e che colpisce in maniera quasi dolorosa. Una storia presentata con un grafismo stupefacente, quello di un grande disegnatore quale è Hermann.
Prostituzione e pedofilia.
Un binomio che immediatamente identifica il crimine più odioso: quello del mercimonio sessuale fatto coi bambini.
Una storia dura questo nuovo episodio di Jeremiah: spigolosa nel testo, nel disegno, nei colori e nei personaggi, totalmente stravolti e diversi da come siamo abituati a conoscerli.
La scusa che accende la caccia senza quartiere alle menti perverse che guidano il turpe commercio è l’aggressione a Kurdy da parte di un gruppo di teppisti. Jeremiah intende assolutamente rendere il “favore” a questi delinquenti, e i suoi metodi senza tanti complimenti fanno sì che venga notato da due agenti federali, che lo ingaggiano per aiutarli a decapitare il nucleo da cui prendono vita i traffici illeciti.
Da qui Jeremiah si trasforma in un giustiziere spietato: all’improvviso tutto intorno diventa privo di significato, ridotto a mera comparsa, a macchietta.
Kurdy viene confinato in un ruolo del tutto secondario, di sfondo.
E anche la storia fra Jeremiah e Gazoleen (in questo volume torna a fianco di Jeremiah una presenza femminile) sarà solo un contorno che non scalfisce il nucleo principale della storia.
Hermann qui vuole esprimere il proprio disgusto per quegli uomini che fanno commercio di bambini e di quelli che li proteggono, e niente deve distogliere l’attenzione.
Nessuna distrazione è permessa, non per il protagonista, non per il lettore.
Niente deve coprire il sapore amaro di questo libro.
Cosa scrivere di più su questo lavoro di Hermann? Questo titolo resta in perfetta linea con la serie, e quindi si deve parlare di un libro di ottima qualità e del suo autore si deve dire che artisticamente è sempre ai massimi livelli e non può essere messo in dubbio. Jeremiah è una grande epopea post atomica, dove una moltitudine di personaggi si incontrano spesso in modo violento, con al centro due eroi che, come due contrari, si attirano e si ritrovano, impegnati in storie "impossibili". Al di là delle loro avventure propriamente dette, per l'autore è soprattutto il pretesto di trattare e denunciare argomenti e personaggi del presente.
In questo volume ritroviamo delle vecchie conoscenze di Kurdy, Jeremiah si troverà invece di fronte ad un dramma familiare dopo la morte di una giovane messicana. Il tono è pacato e i diversi fili del racconto si riuniranno per formarne uno solo.
Hermann dimostra ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, il suo formidabile genio narrativo e grafico. La violenza è parte integrante del suo universo, ma non l'aveva mai rappresentata in maniera così cruda. Hermann è arrabbiato ed il suo album ne risente. Non c'è più posto per la speranza dentro a questa storia, né per la pietà…
Per sbarcare il lunario Jeremiah e Kurdy fanno da scorta ad un uomo che è membro di una organizzazione che gestisce, tra le varie attività, incontri di catch. L'uomo si riunisce ai suoi compari, ma a bordo del battello che li trasporta tutti Kurdy resta affascinato da Pryscilla, la donna di uno dei boss, che lo ricambia.. Ma i due vengono scoperti e pestati a sangue, ciò che genera in Kurdy una terribile sete di vendetta. Così, mentre Jeremiah lavora a recuperare oggetti tratti da una discarica, il rosso finisce a lottare con Tornado Cesar, un gigantesco lottatore, che lo riduce a malpartito. Quando tutto sembra perduto, grazie ad una fazione rivale Kurdy si prenderà la rivincita con un 'esplosivo' finale.
Riconosciuto maestro dell’arte del fumetto Hermann è ormai tra gli autori più noti ed amati anche dal pubblico italiano, che frequenta ormai dagli anni ’60 su svariate testate specializzate e non.
Le Torri di Bois Maury è una delle più belle serie storiche che il fumetto abbia saputo creare e saprà conquistare anche i lettori più esigenti o i meno avvezzi a frequentare i territori dell’avventura disegnata.
Reduce dai successi di Bernard Prince e di Jeremiah, Hermann è maturo per imporsi anche con una vigorosa visione storica della realtà epica del Medioevo, grazie ad un segno prezioso ed a colori restituiti alla sontuosità originaria dall’edizione di Alessandro Editore.
Inizia la ristampa integrale del capolavoro medioevale di Hermann Huppen, per la prima volta nella veste originaria della serie, nota in Italia anche come collana delle “Avventure della storia”.
Seconda parte di questo favoloso Medioevo barbaro e violento creato dal grande Hermann per la prestigiosa collana delle “Avventure della storia”, di origine francese.
L’albo appartiene infatti questo glorioso filone, ben noto agli appassionati italiani, avventure comparse per la prima volta negli anni ottanta sulle pagine della prestigiosa rivista francese della Glenat “Vecu”, nelle quali un verosimile apparato storico si unisce a trame fantasiose ed avvincenti.
L’eleganza dello stile di Hermann si impone qui nella descrizione assai realistica di una sorta di odissea barocca di un burbero cavaliere, Agmar di Bois Maury, il quale questa volta dovrà allearsi con l'affascinante Eloisa di Montgri, una guerriera implacabile e dalla bellezza misteriosa, per potere affrontare orde selvagge ed incendiarie. Assai di rado il Fumetto saprà eguagliare il fascino di questa saga, dove come non mai è rappresentato il commovente duello tra l’uomo medioevale e il male. Agmar è solo e spaurito di fronte alla violenza selvaggia di chi non ha morale. Un grande successo finalmente in edizione degna e coerente per il mercato italiano.
Terza parte per le disavventure medioevali del cavaliere spodestato Aymar. La sua storia comincia a caratterizzarsi e diventa un perfetto pretesto per poter ripercorrere tutto il mondo europeo medioevale.
Aymar sperimenterà l’ingiustizia, la consolazione religiosa, la nobiltà, la miseria, le crociate. Protagonista principale questa volta è però Germain, che trova asilo dentro un monastero, dove però sarà più volte tentato di rubarne il tesoro. Il tutto mentre Aymar si avvia lungo il cammino di Compostela.
Una saga di ambientazioni affascinanti, nella quale Hermann ha saputo mettere tutta la sua bravura al servizio del rigore storico che da sempre contraddistingue la collana de 'Le Avventure nella Storia'.
Quarto bellissimo episodio per la saga medioevale di Hermann. La serie continua seguendo i pellegrinaggi di Aymar di Bois-Maury fin sui Pirenei, dove incontrerà il cavaliere tedesco Reinhardt von Kristen, di ritorno dalle crociate per visitare il padre morente. La freddezza e la fierezza di Aymar sono controbilanciate dal calore del suo fedele scudiero Olivier, ma ogni personaggio che Aymar incontra nel suo tentativo di riconquista delle torri di Bois-Maury è sempre tratteggiato con impeccabile ed umanissima maestria. Un fumetto in grado di catturare anche il più esigente appassionato di fatti storici.
Questa serie ci racconta le avventure del cavaliere Aymar di Bois-Maury e del suo scudiero, che assieme a tanti altri personaggi, illustrano questa grande epopea situata all’epoca della presa di Gerusalemme. Aymar affronta e supera infinite prove e difficoltà, sorretto dalla ferma convinzione che un giorno ritroverà il suo castello che, si dice, “abbia le più belle torri di tutto il mondo cristiano”.
Nelle terre del signor Yvon de Portel tutto è desolazione. Isolato nel suo castello, il vecchio uomo si invaghisce della perversa Guillaumette che lo manipola a suo piacimento, mentre il suo più fedele servitore ha strani rapporti con una banda di ladri. Aymar incontra in questi luoghi dall’atmosfera pesante Alda, donna libera e fiera, che influirà in modo tangibile sul destino di questo cavaliere senza terra, che appare sempre di più come un guerriero capace di tutto.
Hermann fa di questa serie un capolavoro di narrazione, dove la potenza del suo disegno conduce i lettori in un Medio Evo di sangue e di polvere.
All’ombra delle immense e minacciose scogliere, cavalca Aymar di Bois Maury… Il cavaliere senza terra asfida la tempesta per recarsi al castello di messer Landri, dietro le cui mura vive un mondo dimenticato in cui le paure più ancestrali minacciano costantemente quella strana comunità.
Emersa dal nulla, si dice, dovrà apparire la massa selvaggia e incontrollata di un cavallo bianco la cui fronte è segnata dal simbolo di un antico talismano. Colui che partirà alla sua ricerca scoprirà il territorio dove antichi dei hanno trovato rifugio…
Hermann, dopo essersi inventato uno stile di disegno fatto di potenza ed eleganza attraverso diverse serie come Bernard Prince, Jeremiah e Nic, impone una visione della storia epica irradiata di colori sontuosi e fiammeggianti.
Canzone di gesta, Odissea barocca di un mondo in divenire, esce “Sigurd”, il sesto libro della serie Le Torri di Bois-Maury, ed è la conferma del talento di questo maestro del fumetto, se mai di conferme ancora avessimo avuto bisogno.