Prima puntata per una nuova affascinante serie di avventure storiche, ideata dal bravo francese Mitton, autore completo ormai familiare anche al pubblico italiano per un altro titolo delle ormai note “Avventure della storia”, quello di Attila Mon Amour, oltre che per alcuni affermati capolavori del fumetto storico come Vae Victis ed Il Silenzio e il sangue.
L’eccezionale ambientazione è questa volta quella dell’impero Azteco del 1525, un mondo votato al dio Quetzalcoatl ed ancora per poco incontaminato, anzi colto alle soglie dell’invasione spagnola. Una giovane Inca di soli vent’ anni viene imprigionata e confesserà a Padre Segura tutto l’olocausto del suo popolo, cui la povera fanciulla è costretta ad assistere impotente. Un libro che si rivolge agli appassionati del bel fumetto, ma anche ai semplici cultori del romanzo storico.
Ancora un episodio per questa bella serie storica che ci riconduce con perfetto realismo nella tragedia dell’invasione spagnola dell’America del Sud. Opera del bravissimo Mitton, questa seconda parte vede continuare la confessione della bella Maiana, la giovane Inca trattenuta nelle terribili prigioni spagnole. Rivive così per magia tutto il dramma storico della morte dell’imperatore Montezuma, e con essa viene dipinto con rigore e grande abilità grafica tutto lo splendore di un’ era ormai perduta per sempre. Un’ occasione per conoscere un’ epoca storica affascinante in un fumetto mai noioso, che non trascura la descrizione di tutte quelle lotte, quegli amori e quei drammi personali che da sempre condizionano i grandi cambiamenti storici.
“Non ci sono miracoli nei popoli pagani”, dice frate Tancredi.
“Non è possibile salvarsi gettandosi dalla cima di una piramide alta più di 60 metri” esclama.
È la verità. Infatti nessun miracolo salva la giovane Maïana dall’inevitabile schianto mortale sui gradini di pietra della grande piramide della capitale Azteca. A meno che non si voglia definire miracolo un gigantesco mucchio di cadaveri ancora caldi, corpi sacrificati prima di lei.
Padre Segura ascolta inorridito il racconto della ragazza, la “strega nata dalla montagna di sangue” che – scampata a morte sicura – ora non ha alcun altro obiettivo che quello di vendicarsi dell’imperatore Montezuma. Di assassinarlo freddamente, usando le sue uniche armi a disposizione: la determinazione, la rabbia e la seduzione.
Definito un fumetto in cinemascope, “Quetzalcoatl” non è solo un romanzo storico che si sviluppa in sette episodi, ma uno spaccato sulla tragedia che agli inizi del 1500 caratterizzò la storia dell’America Latina e del quale questo terzo episodio, “Gli incubi di Montezuma”, costituisce un ulteriore, impressionante testimonianza.